Divieto di montagna... a chi la scambia per il lungomare
Quasi 10 anni fa ho scritto una lettera alla rivista Focus. La riporto pari pari qua sotto, perché da quanto ho visto nelle ultime settimane c’è ancora un gran bisogno di ricordare certe cose. Soprattutto se, come pare, cose come i Teva Stiletto della figura esistono e sono davvero in vendita: se esistono, esiste anche chi se li metterebbe per andarci sui sentieri.
A pagina 117 di Focus 114, Aprile 2002, c’e’ un trafiletto intitolato “Divieto di…tacchi a spillo”. La persona che ha inviato la foto esposta (scarpa con tacco in un segnale di divieto all’inizio di una mulattiera) propone di aggiungerla al censimento dei cartelli stradali “strani e assurdi”.
Vorrei sottolineare che cartelli come quello, presenti in parecchi altri luoghi, sono purtroppo assolutamente seri e necessari. Accade sempre più spesso di imbattersi in gente che scende dalla macchina, sale centinaia di metri in funivia, ne scende, e pretende di fare la passeggiata panoramica con tacchi (io ne ho visti in ciabattelle!), canottierina da mare ed equipaggiamento nullo, pur di non doversi ricambiare prima di andare al ristorante chic giù a valle.
Questi irresponsabili mettono in pericolo se’ stessi e chi deve eventualmente soccorrerli. Dovrebbero imparare a muoversi, oppure essere rimandati a valle: non si può andare in alta quota come si farebbe la passeggiata sul lungomare di Rimini.
Questo vale anche per la persona ritratta nella foto [quella che indica il cartello perché scandalizzata o divertita da chi va sui sentieri con i tacchi]
: vi siete accorti che deride la mulattiera con divieto di tacchi a spillo mentre la sta percorrendo con scarpette da ginnastica (senza suola in vibram o rinforzo per le caviglie) e zainetto da “vasca” in centro, in cui entreranno si e no cellulare e crema abbronzante?