Introduzione ai bodypack di Aarn Design
Un modo innovativo, che funziona, di portare con sè tutto quello che serve lontano dalla civiltà.
Cosa deve fare uno zaino?
Uno zaino per escursioni di più giorni deve:
- contenere tutto quello che serve durante quel periodo
- riuscirci pesando il meno possibile
- senza impedire i movimenti
- riducendo al minimo possibile sia la fatica sia problemi fisiologici assortiti
I primi due problemi sono relativamente facili da risolvere: gran parte degli zaini in circolazione, inclusi parecchi modelli economici, ci riesce in maniera soddisfacente e lo stesso si potrebbe dire, almeno in parte, riguardo alla libertà di movimento. Il punto più importante però è l’ultimo, almeno nel lungo periodo. Oltre a essere possibile solo dopo aver ridotto al minimo peso e ingombro del contenuto, ridurre peso e ingombro di uno zaino serve a poco se portarlo ci fa consumare più energie e affatica schiena e muscolatura più di quanto non sia strettamente indispensabile.
Aarn Tate e Devi Bension producono in Nuova Zelanda zaini diversi da quasi tutti gli altri, con caratteristiche molto interessanti da questo punto di vista. Dopo anni che speravo di farlo, ho finalmente avuto modo di provare le versioni 2008 dello zaino Peak Aspiration (un modello alpinismo e trekking di media durata) e delle tasche anteriori Expedition. Questo articolo è una breve introduzione alle caratteristiche uniche dei prodotti Aarn Design e dei loro produttori. In seguito descriverò in dettaglio lo zaino, le tasche, la loro reale efficacia sul campo e il modo migliore di usarli.
Impatto ambientale e sociale
Come avevo già accennato nella presentazione del sito, l’attenzione a questi temi sarà una delle costanti di Strider: se amiamo la natura incontaminata tanto da volerci passare giorni interi, dovremmo proteggerla anche prima di partire, cioè scegliere l’equipaggiamento che duri a lungo, sia riciclabile e viene prodotto con il minore impatto possibile. Per quanto riguarda Aarn Design, l’obiettivo a medio/lungo termine è arrivare a usare il 100% di materiali biodegradabili, non appena la tecnologia lo permetterà.
Nel frattempo, l’azienda usa energia rinnovabile e si fa carico del riciclaggio: quando lo zaino non vi serve più, rispediteglielo e loro recupereranno tutto quello che può essere riutilizzato o riciclato. Questa probabilmente non è la soluzione più ecologica per chi non vive in Australia o Nuova Zelanda, perchè anche spedire pacchi in altri continenti inquina, e non poco. Però fa piacere vedere piccoli produttori di equipaggiamento da trekking così attivi e responsabili ed è un esempio che andrebbe seguito, quindi ho intenzione di chiedere ad Aarn consigli pratici su come riciclare i loro prodotti localmente e pubblicarli qui su Strider.
Per quanto riguarda la produzione, anche Aarn deve far quadrare i conti e quindi, come tutti o quasi di questi tempi, ha trasferito questa attività in Cina: secondo il sito, comunque, si tratta di uno stabilimento moderno, con buone “condizioni lavorative”. Anche su questo cercherò di avere maggiori informazioni da Aarn per un prossimo articolo. Ora è il momento di passare a discorsi puramente tecnici.
I bodypack e il sistema Flowmo
Gli zaini Aarn non sono zaini normali. Gli zaini normali si portano sulla schiena: é per questo che, in inglese, si chiamano backpack (“back” significa schiena o, in generale, parte posteriore). Certo, cinturoni, intelaiature di vario tipo, spallacci e forma dello zaino cambiano parecchio la fatica che si fa a parità di peso trasportato, ma questo fatto basilare non cambia. Gli zaini di Aarn, invece, potrebbero anche essere usati nella maniera tradizionale, ma sono utili soprattutto come bodypack, cioè come insiemi di zaini e tasche, che si portano intorno al corpo. Gli spallacci sono connessi da un’unica cinghia mobile, per facilitare il movimento naturale delle spalle anche quando si scia o si arrampica. Secondo Aarn, usare un’unica cinghia distribuisce anche il carico in maniera più uniforme su schienale e spallacci, diminuendone la possibilità di rottura.
Ancora più importante è la funzione delle tasche di bilanciamento anteriori (balance pockets). Come si vede nella foto, queste permettono di distribuire il peso complessivo in modo non dover camminare chinati in avanti come è inevitabile con gli zaini normali: questo già riduce, almeno con carichi pesanti, lo sforzo per trasportare il carico, ma c’è di meglio. Il vantaggio più importante di questo modo di portare pesi è che causa molti meno problemi alla schiena, proprio perché il baricentro rimane lo stesso di quando si cammina scarichi: oltre a non causare dolori o aggravare problemi che già avete, questo modo di muoversi potrebbe anche permettere di continuare a fare escursionismo più a lungo. Personalmente, era proprio questo il motivo per cui, appena ho scoperto gli zaini Aarn, ho pensato “prima o poi devo assolutamente scoprire se è vero”.
La possibilità di distribuire il peso è la cosa più importante. Uno zaino Aarn non ha senso se lo si compra e si usa senza tasche, e più grosse (e pesanti) sono le tasche meglio è per la schiena. Questo ovviamente non impedisce di usare gli zaini Aarn per alpinisti senza tasche anteriori quando inizia la scalata vera e propria.
Nel prossimo articolo di questa serie descriverò in dettaglio la versione 2008 dello zaino da 40⁄45 litri Peak Aspiration, che potete vedere nella foto sopra ed è diversa da quella che ancora si vede (a marzo 2008) sul sito stesso di Aarn.
Seguirà una recensione delle tasche di bilanciamento Expedition (16 litri a paio, vedi prima foto) e un rapporto su come questo particolare bodypack, cioè questa accoppiata zaino+tasche funziona sul campo. Nel frattempo, mi limito ad anticiparvi che sono oggetti davvero interessanti che fanno quel che promettono, anche se vanno usati nel modo giusto.
Se avete domande per me o per Aarn, o se volete che nei prossimi articoli spieghi in dettaglio (sia con testi sia con foto!) alcuni specifici punti o parti dello zaino o delle tasche, vi prego di farmelo sapere nei commenti.
(Grazie a Fabrizio per l’assistenza con le fotografie!)